In questo periodo, con le giornate tanto corte, poca luce e tutto il grigiore (almeno a Milano) della nebbia, la stagione delle gare sembra veramente molto lontana. È molto difficile trovare le motivazioni per uscire ad allenarsi ed avere la costanza necessaria a costruire bene la condizione; anzi è molto più facile trovare una scusa qualunque per rinunciare all’allenamento in favore del tepore accogliente del divano di casa.

C’è un muscolo, molto particolare, che tutti abbiamo però, che va allenato come gli altri e che è quello che ci permette di fare la differenza. Parlo della forza di volontà.

Ogni volta che usciamo e affrontiamo la difficoltà del freddo, della voglia che scarseggia, di condizioni climatiche tutt’altro che favorevoli e così via, stiamo posando un piccolo mattone su quel prezioso muro che ci sosterrà nei momenti difficili, quelli veri, quelli che contano, durante le gare. Sono quei momenti tanto faticosi quanto magici e determinanti, che hanno il potere di cambiare la sorte della stagione e delle nostre vite.

Ogni volta che restiamo a casa, questo muro perde un mattoncino e diventiamo più fragili, in tutti sensi.

Con l’avanzare delle tecnologie applicate ai tessuti e all’abbigliamento, in verità abbiamo la possibilità di allenarci quasi con qualsiasi condizione climatica, soprattutto nel running.

Ovviamente questa forza di volontà di cui parlo e ci serve per andare oltre le prime resistenze, non deve poi sconfinare nell’eccesso opposto. Profondere energie senza risparmio e dare tutto a gennaio e febbraio, ci porterà ad arrivare spompi e senza voglia o peggio ancora, veramente stufi, alla start line della nostra gara-obiettivo. Dobbiamo essere abili ed oculati nel gestire le energie, anche quelle mentali, ed essere consapevoli che quando saremo prossimi alla gara dovremo avere la forza di reggere gli allenamenti più duri. Ma soprattutto dobbiamo metterci nelle condizioni di arrivare al D day freschi e pieni di entusiasmo.

Troppe volte ho ascoltato i racconti di atleti che arrivavano in prossimità del giorno della gara nauseati dalla fatica e dal troppo training e non vedere l’ora di chiudere quel percorso e arrivare alla finish line per chiudere un capitolo. Questa è l’energia sbagliata.

‘No pain no gain’ e intestardirsi, non è il cammino più virtuoso e nemmeno la scelta più coraggiosa.

Fissare delle regole e pianificare, essere intelligenti e flessibili; questa è la strada migliore. Tirare i remi in barca quando è necessario e spingere invece al massimo quando la strada è libera, significa essere sul pezzo.

Avere la lungimiranza di vedere lontano, riuscire a sentire il profumo delle gare, dell’adrenalina, avere pazienza e crederci anche quando tutto sembra così lontano.

Quando hai capito che non uscirai, che non hai voglia, che sei stanco, quando senti profumo di rinuncia….beh, allora lì torna sugli obiettivi dell’allenamento, riduci l’intensità, parti per fare un po’ meno.

Vedrai che tante volte, ‘L’appetito viene mangiando’ e alla fine di tutto, se proprio non riesci a portare a casa il training che ti eri prefissato, fai almeno una buona progressione che ti riporti a casa in una giornata che, diversamente, sarebbe stata quasi persa a monte.