La Milano Marathon è alle porte e questo mi da l’occasione di affrontare un tema cui tengo moltissimo: lo sport come potente strumento di team building.

Facendo del triathlon la mia professione e avendo ogni giorno a che fare con molti atleti, ho avuto modo di stupirmi piacevolmente di quanti grandi imprenditori, dirigenti d’azienda e stimati professionisti abbiano scelto l’endurance come propria passione al di fuori del lavoro e credo anche come ulteriore sfida per mettersi alla prova.
Ho spesso riscontrato molte analogie tra i grandi leader d’azienda e gli atleti che fanno dello sport una professione. La grande tensione al risultato, l’attenzione meticolosa ai dettagli, il desiderio di mettere se stessi alla prova uscendo consapevolmente dalla propria comfort zone….tutti questi sono aspetti che accomunano gli atleti ai grandi imprenditori.
Molto spesso l’esempio in ufficio del capo che si dedica allo sport viene emulato e seguito da alcuni dipendenti, che si mettono di propria iniziativa in scia al boss e scoprono la bellezza dell’iniziare a fare sport e del dedicarvi tempo ed energie.

Ho sempre pensato che dare l’esempio e insegnare l’entusiasmo per la fatica sportiva fosse spronante e vincente anche in azienda ed è stato per me entusiasmante in questi anni scopre che questa convinzione fosse condivisa anche da molti imprenditori.

Diffondere la cultura del triathlon in ufficio è tutt’altro che semplice, ma ci sono altri sport, come la corsa, che si prestano perfettamente a questa opera di ‘evangelizzazione’, attraverso la strutturazione di programmi di corporate wellness dedicati, che tornano sempre a vantaggio dell’azienda sia quanto a produttività dei singoli dipendenti, ma soprattutto quanto a coesione dei gruppi di lavoro.

Insomma, quello che dico sempre agli amici imprenditori che frequento è: Se volete fare team building in ufficio, portate i vostri dipendenti a correre!

Se è vero che il running non è percepito esattamente come uno sport di squadra, è altrettanto vero che si tratta di una disciplina ad alto potenziale socializzante. Pensate solo all’ampia diffusione delle gare a staffetta all’interno di competizioni ufficiali e di quanta gioia vi si respiri dentro. Pensate a gare come la Fisherman’s Friend StrongMan Run o le Spartan Race o ancora più semplicemente alle formule relays come la Milano Marathon che da anni incendiano gli animi dei team che scelgono di prendervi parte. In tutte queste prove il concetto di team emerge prepotentemente, che sia dalla somma dei singoli sforzi nel caso della staffetta, fino alla condivisione del percorso e delle sue difficoltà nelle obstacle race.
La verità poi è che la gara è solo la fine di un grande percorso di coesione tra i componenti del gruppo. Tutto il pre e il post gara sono il vero collante che consente di creare spirito di collaborazione e complicità. L’iscrizione del team, le settimane di allenamento e preparazione, i momenti di fibrillante attesa, la condivisione della felicità esplosiva e contagiosa a fine gara e tutta quella luminosa scia di racconti, aneddoti e anche sfottò che continua nei giorni dopo la prova, sono esperienze uniche e magiche.
Dico ‘magiche’ perché si tratta di momenti che non si dimenticano, in cui emerge la persona reale, senza difese o schemi preconcetti, in cui scompaiono gerarchie d’ufficio ed è più semplice sentirsi tutti egualmente responsabili della buona riuscita di un percorso e a pari dignità parte di un gruppo.

Cosa più di correre insieme può chiamarsi veramente ‘fare team building’?

Mi sono più volte trovato a guidare questo genere di esperienze per diverse aziende e vi posso assicurare che ne esce sempre qualcosa di unico e fortemente entusiasmante. L’esperienza mi insegna che se vengono incentivate iniziative come la partecipazione a gare con squadre aziendali, il team building si diffonde e si autoalimenta con grandi e positivi effetti sulla produttività del gruppo di lavoro, anche una volta rientrati in ufficio e tolte le scarpette da running.
La corsa poi, come dico sempre, è uno sport veramente democratico che consente di partecipare quasi a tutti, ognuno secondo le proprie capacità, che si tratti di fast walking, fino a vere e proprie prestazioni di buon valore atletico di running. Permette quindi di coinvolgere il maggior numero di persone possibili all’interno in ufficio senza che nessuno si possa sentire escluso a priori; nemmeno i colleghi che scelgono di non correre e che però certamente si presteranno a sostenere con entusiasmo e gioia i proprio colleghi, anche da semplici tifosi.

Insomma, fidatevi di me imprenditori, ne ho le prove. Se volete fare team building in azienda non vi servirà fare grandi cosa, basterà che iscriviate i vostri ragazzi ad una gara di running in gruppo. Il risultato è assolutamente garantito!